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Il sedime, in gran parte agibile, le stazioni, i caselli e le infrastrutture murarie (ponti, sottopassaggi ecc…) rimangono ancora oggi, mentre è in corso un lungo processo per il recupero e la trasformazione della linea intrapreso, a partire dal 2004, da associazioni (in primis Iubilantes, organizzazione di volontariato culturale di Como), comitati, cittadini e amministrazioni locali.
La ferrovia dismessa rappresenta, infatti, un corridoio verde alternativo per la percorrenza ciclabile della strada Varese-Como (art. 3.4.8 Piano Paesaggistico, Piano Territoriale Regionale approvato con Delibera del Consiglio Regionale del 19.01.2010 n. VIII/951).
L'obiettivo del recupero di questa infrastruttura è dunque la creazione di un corridoio verde (una "green-way") protetto e separato dal traffico veicolare che coinvolga quanti lo percorrono in un processo di conoscenza, rispetto e valorizzazione delle risorse del territorio.
E' la situazione in cui attivare un recupero che imposti un ricucimento del rapporto tra il cittadino in viaggio ed il territorio attraversato, ponendo le basi per una diversa sensibilità verso la qualità dell'ambiente in cui viviamo.
Per questo, a fianco di una ciclopedonale che sarà inevitabilmente caratterizzata dai segni della memoria della ex-ferrovia, diventa basilare un calibrato ed intelligente riuso degli spazi e del costruito, nel rispetto di una corretta alternanza di funzioni pubbliche che sappiano essere attrattrici e generatrici di nuove iniziative private. Un recupero che diventi altresì modello di attenzione verso l'efficienza energetica, un "parco lineare" delle energie (rinnovabili, ma anche umane), che dia nuovo respiro ai nostri territori.